
Versione Video: https://youtu.be/4smFVeYT3UI
Versione Podcast: https://open.spotify.com/show/4NDgEgEUrDc0pnJh2pRLq9
In questo articolo (liberamente ispirato al libro di Nick Maggiuli, Just Keep Buying) ti do una versione “italianizzati” delle dieci regole fondamentali per smettere di buttare via i tuoi soldi a caso. Questa è la prima puntata in forma scritta, nella quale vediamo le prime cinque regole pratiche, semplici da capire e soprattutto attuabili. Se poi ti va di proseguire, tra una settimana arriva la seconda parte con le restanti cinque regole.
“It's a long way to the top if you wanna rock and roll.”
Hai presente la sensazione che diventare finanziariamente indipendenti sia roba per altri, non per te? Beh, è vero in parte: è una strada lunga e non esistono scorciatoie magiche. Ma con le regole giuste, qualche numero e un po’ di disciplina, quella strada diventa percorribile. Qui sotto trovi il piano di marcia: cosa fare ora, come priorizzare, e quali trappole evitare.
Introduzione alla pianificazione finanziaria
Quando parliamo di pianificazione finanziaria non parliamo di un trucco o di una ricetta magica per fare i soldi dall'oggi al domani. Parliamo di impostare un percorso chiaro e coerente che dura anni — spesso decenni — e che richiede costanza, qualche rinuncia intelligente e regole semplici ma rigorose. La buona notizia è che le regole di base sono poche e facili da applicare. La cattiva notizia è che devi applicarle nel tempo.
In questo articolo seguo la voce diretta, un po’ ironica e senza fronzoli che usiamo nel podcast: voglio che tu capisca il perché dietro ogni regola, non solo il cosa fare. Ti spiego con esempi pratici e numeri perché certe scelte sono più efficaci di altre e come valutare le tue priorità finanziarie in ogni fase della vita.
Regola 1: Risparmio e investimento sono due facce della stessa medaglia
Non puoi concentrarti solo sul risparmio né solo sull'investimento. Sono complementari. Risparmiare ti permette di accumulare capitale, ma il vero motore della crescita del patrimonio è l'investimento: mettere quel capitale a lavorare sfruttando l'interesse composto. Allo stesso tempo, investire senza aumentare il capitale disponibile ti limita: il rendimento percentuale cresce ma la base su cui applicarlo resta bassa.
Per capire cosa conviene privilegiare in un dato momento, confronta la tua capacità di risparmio annua con il rendimento annuo atteso dai tuoi investimenti. Se il risparmio annuo supera il rendimento annuo in valore assoluto, conviene lavorare prima sul risparmio. Se invece il rendimento annuo dei tuoi investimenti supera la capacità di risparmio, ha più senso concentrare l’attenzione sugli investimenti.
Esempio pratico (semplificato ma istruttivo)
Immagina: hai 30 anni, riesci a risparmiare 500 € al mese (6.000 € l'anno) e da cinque anni investi 200 € al mese (2.400 € l'anno) in un ETF azionario globale. Dopo cinque anni hai investito 12.000 € e il valore attuale è circa 18.800 € (assumendo un rendimento medio composto annuo del 6% in quel periodo). Anche ammettendo che il rendimento resti al 6% quest’anno, il tuo investimento di 18.800 € produrrà circa 1.272 € di rendimento annuo. Ma tu risparmi 6.000 € all'anno: il risparmio supera ampiamente il rendimento.
Se non cambi nulla, ti ci vorranno molti anni (nell'esempio altri 16 anni) perché il rendimento superi la tua capacità di risparmio. Questo significa che, per accelerare la crescita del patrimonio, devi aumentare la quota di risparmio da destinare all'investimento. Con piccoli cambiamenti (investire 400 € al mese invece di 200 €, o ancora meglio 1.000 € al mese), il valore accumulato a lungo termine cambia drasticamente.
Per rendere l’idea con numeri veloci e semplificati:
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200 €/mese → 2.400 €/anno → stessa crescita lenta, obiettivo di medio-lungo termine richiede più tempo;
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400 €/mese → 4.800 €/anno → raggiungi obiettivi molto prima;
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1.000 €/mese → 12.000 €/anno → in pochi anni l'effetto composito cambia radicalmente il valore finale.
Disclaimer importante: non esiste un investimento che garantisca il 6% fisso ogni anno. Qui usiamo medie storiche per mostrare l'effetto dell'interesse composto su orizzonti lunghi. Storicamente l'azionario globale ha reso mediamente intorno all'8-9% annuo su lunghi periodi, ma i rendimenti variano e la tempistica conta.
Punto pratico: vivi sotto i tuoi mezzi. Cioè, identifica le spese inutili, tienine traccia, fai un budget e destina la parte risparmiata agli investimenti. Se aumenti i guadagni, risparmia la maggior parte dell'aumento invece di aumentare le spese in proporzione (evita la "lifestyle inflation").
Regola 2: Focalizzati sui guadagni
Il risparmio ha un limite. Puoi ridurre le spese sino a un certo punto: la vita ha anche dei piaceri. Per accelerare realmente il percorso finanziario devi aumentare i tuoi guadagni. Sì, è ovvio, ma quante persone lo pianificano davvero?
Aumentare i guadagni non è solo sperare che un generico "stipendio più alto" piova dal cielo. È costruire percorsi professionali, strategie e abitudini che aumentino il tuo potenziale di reddito nel tempo. Ecco come farlo in modo concreto, soprattutto se sei un lavoratore dipendente:
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Massimizza il percorso di carriera interno: se la tua azienda ha un percorso di crescita, studialo e punta a raggiungere gli obiettivi necessari per la promozione. Non aspettare che accada: pianifica i passaggi e i risultati attesi.
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Impara a chiedere un aumento in modo strutturato: non vai dal capo a chiedere "dammi più soldi" ogni due settimane. Definisci obiettivi misurabili da raggiungere nei prossimi 6-12 mesi, concordali con il tuo responsabile e fatti valutare sui risultati.
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Sfrutta la componente variabile del tuo stipendio: se il tuo lavoro prevede bonus legati a prestazioni, concentrati su come massimizzarli in modo sostenibile.
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Investi in competenze che pagano: corsi, certificazioni, una lingua, o skill tecniche che aumentano il tuo valore sul mercato. Calcola sempre il rapporto costo/beneficio: quanto tempo e denaro serve? Qual è il potenziale aumento di stipendio?
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Cambia lavoro quando serve: il mercato del lavoro spesso offre opportunità che la tua azienda non può dare. Se hai raggiunto il tetto nella tua posizione, cerca alternative esterne: spesso il salto retributivo è maggiore cambiando azienda.
Un altro aspetto cruciale: quando guadagni di più, mantieni lo stesso tenore di vita o aumenta poco le spese. Mettiti la regola pratica: almeno il 50% dell'aumento va in risparmio/investimento, il resto per migliorare qualche aspetto che ti rende veramente felice.
Consigli pratici per negoziare un aumento
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Prepara un documento con i risultati misurabili ottenuti negli ultimi 12 mesi.
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Concorda con il tuo manager obiettivi chiari e scadenze per valutarne il raggiungimento.
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Mostra dati di mercato (range salariale) per la tua posizione e area geografica.
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Proponi un piano di crescita (formazione + nuovi incarichi) che giustifichi l’aumento come investimento per l’azienda.
Regola 3: Attenzione ai debiti
I debiti possono essere una trappola se usati male. In Italia, per fortuna, l'indebitamento privato è storicamente più contenuto rispetto ad altri paesi, ma alcune forme di debito sono diffuse e rischiose. Ecco come valutarle.
Il mutuo per la prima casa
Acquistare casa non è intrinsecamente sbagliato, ma non farlo a qualsiasi costo. Prima di accendere un mutuo considera questi punti:
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Capacità di pagamento e risparmio residuo: evita di usare tutti i tuoi risparmi per il deposito. Idealmente dovresti poter versare almeno il 20% del valore dell'immobile come caparra e mantenere almeno l'80% dei tuoi risparmi liquidi al netto di un fondo emergenze (preferibilmente pari a 6 mesi di spese).
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Tassi di interesse: se i tassi di mercato sono superiori al 3% (come spesso accade oggi), considera con molta attenzione: sostenere un 5% per 20-30 anni è impegnativo. I tassi possono scendere, ma non puntare su questo come strategia.
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Quota della rata sul reddito: non superare il 35% del tuo stipendio individuale in rata del mutuo (o il 25% dello stipendio familiare aggregato se siete in coppia). Oltre questo rischio di trovarsi in difficoltà aumenta molto.
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Stabilità del lavoro: se hai una situazione lavorativa precaria o sei monoreddito, sii ancora più prudente: raddoppia il margine di sicurezza.
Esempio pratico: per comprare un immobile da 300.000 €, dovresti idealmente disporre di almeno 75.000 € come acconto (20%) e avere un fondo emergenze separato di almeno 6 mesi di spese (es. 12.000 € se le spese medie sono 2.000 €/mese). Se non hai questi requisiti, lavora prima su maggiore risparmio e maggiori guadagni.
Altri tipi di debito: prestiti al consumo e BNPL
I finanziamenti per auto, arredamento o elettrodomestici possono avere tassi elevati. Prima di firmare controlla sempre il TAEG (tasso annuo effettivo globale) e valuta il carico di debito complessivo. Se sommi mutuo, rata auto e altre rate, assicurati che il totale sia sostenibile rispetto ai tuoi introiti.
Un fenomeno recente è il Buy Now, Pay Later (BNPL), popolare sugli e-commerce e offerto da servizi come Scalapay: paghi in tre rate senza interessi. A prima vista sembra innocuo, ma spesso nasconde due insidie:
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Se usi BNPL perché non hai liquidità: probabilmente non dovresti comprare quel prodotto.
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Se usi BNPL per “diluire” la percezione della spesa: è facile che questo aumenti acquisti impulsivi e irrazionali, contrari all’obiettivo di risparmio.
Regola pratica: se ti serve il BNPL per comprare, non fare l’acquisto. Evita di usare strumenti che abbassano la percezione del costo e incentivano spese non ponderate.
Regola 4: Investi in asset che generano rendimento
Arriviamo alla parte attiva della strategia: mettere i risparmi in asset che producono rendimento nel tempo. Questo significa assumere una quota di rischio ragionevole, coerente con il tuo orizzonte temporale, i tuoi obiettivi e il tuo carattere (quanto riesci a dormire di notte quando i mercati scendono?).
Per la maggior parte dei piccoli e medi risparmiatori la soluzione più efficiente sono i fondi comuni a gestione passiva, in particolare gli ETF (Exchange Traded Fund). Ecco perché:
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Bassi costi: gli ETF hanno commissioni molto inferiori rispetto ai fondi attivi che ti consiglieranno spesso in banca. Costi più bassi si traducono in più rendimento netto per te nel lungo periodo.
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Diversificazione: con pochi ETF puoi avere esposizione a migliaia di azioni e obbligazioni in tutto il mondo, riducendo il rischio specifico di singole società o paesi.
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Liquidità: gli ETF sono negoziati in borsa e puoi comprarli e venderli con facilità (tenendo sempre in mente gli effetti fiscali e la strategia a lungo termine).
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Semplicità: per costruire un portafoglio bilanciato spesso bastano 2-3 ETF: ad esempio, uno per azionario globale, uno per obbligazionario globale, e magari uno per una nicchia se vuoi ulteriore esposizione (con cautela).
Non tutte le persone sono uguali: il mix azioni/obbligazioni dipende dall'età, dal capitale disponibile, dall'orizzonte temporale e dalla propensione al rischio. Ma come linea guida semplice:
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Se hai orizzonte lungo (10+ anni) e tolleri la volatilità → peso maggiore su azioni globali.
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Se hai orizzonte medio (5-10 anni) → mix bilanciato tra azioni e obbligazioni.
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Se hai orizzonte breve (<5 anni) → privilegia liquidità e strumenti meno volatili.
Pratica consigliata: automatizza. Imposta un piano d'investimento periodico (DCA — dollar-cost averaging) per investire una cifra fissa ogni mese: riduce il rischio di “timing” sbagliato e sfrutta la media dei prezzi nel tempo.
Regola 5: Non investire in azioni o obbligazioni singole
La tentazione del “colpo grosso” è fortissima: apri l'app, vedi Tesla, Nvidia, Amazon e pensi di poter battere il mercato. Dimenticalo. Le statistiche e l’esperienza di milioni di piccoli investitori dicono che il trading speculativo su singole azioni è quasi sempre una strada per perdere soldi o impazzire di ansia.
Ecco perché evitare singole azioni e obbligazioni:
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È difficile battere il mercato: immagina di voler superare il rendimento medio delle grandi istituzioni finanziarie. La probabilità che tu, da solo, ci riesca sistematicamente è molto bassa.
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I mercati sono imprevedibili: società leader oggi possono sparire o essere scalate rapidamente. Esempio storico: molte aziende del Dow Jones del 2010 non erano più presenti nel 2021. Nokia, un tempo leader indiscusso nella telefonia, è un caso paradigmatico.
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Serve competenza e tempo: analizzare bilanci, capire prospettive di business e valutare i rischi richiede tempo, conoscenze e capitale per diversificare in modo efficiente.
Se vuoi un dato concreto: chi avesse investito 10.000 € in un ETF che replica l'S&P 500 nel 2003, oggi — dopo vent'anni — avrebbe oltre 70.000 € (esempio semplificato, ma indicativo dell’effetto del lungo periodo). Questo dimostra il potere del mercato nel suo complesso: non serve azzeccare la singola azione vincente, basta restare investiti nell'indice giusto.
Obbligazioni singole: attenzione al rischio Paese e alla duration
Le obbligazioni sono strumenti utili per stabilizzare il portafoglio, ma anche qui la diversificazione conta. Comprare titoli di stato di un solo paese (es. BTP italiani) espone a rischio sovrano: se qualcosa va storto a livello macroeconomico o politico, puoi subire perdite. Inoltre, le obbligazioni sono sensibili ai tassi d'interesse: se compri oggi a tassi bassi e i tassi salgono, il valore di mercato delle tue obbligazioni scenderà — e se hai bisogno di liquidità prima della scadenza potresti vendere in perdita.
Soluzione pratica: preferisci indici obbligazionari (ETF obbligazionari diversificati) o fondi che distribuiscono esposizione su più emittenti e scadenze. In questo modo riduci sia il rischio emittente che il rischio durata.
Conclusione — cosa aspettarsi nella Parte 2
Queste sono le prime cinque regole fondamentali per impostare una pianificazione finanziaria efficace: risparmiare e investire in modo coordinato, lavorare per aumentare i guadagni, gestire i debiti con prudenza, scegliere strumenti che generano rendimento (preferibilmente ETF per la maggior parte dei risparmiatori) e evitare le trappole delle singole azioni o obbligazioni.
Nel prossimo articolo (Parte 2) approfondiremo le altre cinque regole: come gestire la volatilità dei mercati, il ruolo della previdenza complementare, le assicurazioni utili, la gestione fiscale e altre pratiche quotidiane per proteggere e far crescere il tuo patrimonio. Se vuoi continuare, resta con me: la seconda parte uscirà tra una settimana.
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