
Versione Video:
Versione Podcast:
Il tema è semplice ma decisivo: come costruire un portafoglio che rispecchi i tuoi obiettivi, la tua tolleranza al rischio e il tuo orizzonte temporale. Non ti dirò esattamente “cosa comprare” perché non conosco la tua situazione personale. Ti darò però quattro modelli famosi — con i loro perché — e tante indicazioni pratiche per tramutare questi modelli in un portafoglio su misura.
Perché risparmiare e investire: il punto di partenza
Prima ancora di parlare di ETF, obbligazioni, azioni o oro, bisogna partire da una verità sacrosanta: senza risparmio non c’è investimento. Il risparmio è il carburante del tuo portafoglio. Se non riesci a mettere da parte una quota coerente dei tuoi guadagni regolarmente, qualsiasi strategia di investimento rimane sterzata sul posto.
Due consigli pratici e concreti da applicare subito:
-
Stabilisci un budget: quantifica entrate e uscite, identifica la somma che puoi risparmiare senza stress, e rendila automatica (bonifico ricorrente verso il conto di investimento).
-
Vivi con ciò che resta: spesa e spensieratezza sono importanti, ma non invertire le priorità. Investi prima, spendi dopo — non il contrario.
Da qui parte ogni strategia di investimento sensata. Una volta che hai risparmi, devi decidere come allocare quel capitale tra diverse asset class: azioni, obbligazioni, materie prime, oro, liquidità. La scelta dipende da due elementi fondamentali che ripeteremo spesso: orizzonte temporale e tolleranza alla volatilità.
L’importanza del tempo e dell’interesse composto
Se esiste un “superpotere” negli investimenti è l’interesse composto. È la ragione per cui iniziare tardi ti costa molto di più che investire poco prima e a lungo. Non è retorica: è pura matematica.
Un modo semplice per visualizzare il potere del tempo è la regola del 72. Dividi 72 per il rendimento annuo medio e ottieni il numero approssimativo di anni necessari perché il capitale raddoppi.
Esempio pratico:
-
Se ottieni il 7,2% annuo medio, 72 / 7,2 = 10 anni: il capitale raddoppia ogni 10 anni.
-
Se investi 10.000 € a 7,2%: dopo 10 anni -> ≈ 20.000 €; dopo 20 anni -> ≈ 40.000 €; dopo 30 anni -> ≈ 80.000 €; dopo 40 anni -> ≈ 160.000 €.
Considera due persone: una che inizia a 25 anni e una che inizia a 35 anni con la stessa cifra iniziale. Alla pensione (es. 65 anni) il primo avrà molto più capitale grazie ai dieci anni in più di interesse composto. Recuperare quei dieci anni di ritardo significa investire il doppio ogni mese — molto più oneroso in termini di disciplina e risorse.
Quindi il primo e più potente consiglio: inizia a investire il prima possibile. Non aspettare “il momento perfetto”. È già passato.
Regole pratiche di asset allocation e strumenti da usare
Una volta assicurato il risparmio e compresa l’importanza del tempo, il passo successivo è costruire un portafoglio. Ecco alcune regole che uso e che ripeto spesso:
-
Diversificazione: evita di concentrare tutto in un singolo strumento (es. un singolo fondo caro o una singola azione). Diversifica tra asset e geografie.
-
Preferisci strumenti efficienti e a basso costo: ETF (exchange-traded funds) e fondi indicizzati a basso costo sono, nella maggior parte dei casi, le soluzioni più efficaci rispetto ai fondi comuni attivi, che spesso hanno costi alti e performance inferiori alla media del mercato.
-
Definisci orizzonte e tolleranza al rischio: il peso azionario cresce se l’orizzonte è lungo e la tolleranza alla volatilità è alta.
-
Ribilanciamento: mantieni la tua asset allocation target ribilanciando periodicamente (ad esempio, una volta all’anno). Lascia che il mercato torni ad aggiustare le proporzioni che si scostano troppo.
Quanto azionario mettere? Non esiste un numero magico universale, ma alcune linee guida pratiche:
-
Per chi ha un orizzonte lungo (20+ anni) e tolleranza alta: 60–80% azionario.
-
Per chi è più conservativo o più vicino all’obiettivo (es. pensione): 30–50% azionario.
-
Under 50 anni: tra il 50% e l’80% di azioni è una fascia ragionevole per molti investitori.
Infine, dove investire all'interno dell'azionario? Meglio investire in ETF che replicano mercati ampi e diversificati: S&P 500 per esposizione alle grandi società USA, MSCI World o FTSE All-World per esposizione globale.
Quattro modelli famosi di portafoglio: composizione, logica e per chi sono adatti
Non ti dico quale portafoglio copiare pedissequamente. Ti mostro quattro modelli celebri (ognuno con una filosofia diversa) per farti capire le logiche dietro la costruzione di asset allocation e come le diverse asset class si comportano in relazione tra loro.
1) Il portafoglio “Due fondi” di Warren Buffett
Composizione tipica:
-
90% in un fondo indicizzato che replica l’S&P 500 (o equivalente via ETF)
-
10% in un fondo indicizzato di titoli di Stato a breve termine
Logica alla base: Buffett ha più volte dichiarato pubblicamente che la maggior parte del suo patrimonio personale è investita in un semplice mix di S&P 500 e titoli a breve termine. La sua fiducia è nella capacità delle grandi imprese americane di creare valore nel tempo. È una visione molto concentrata sul mercato statunitense e sulle grandi imprese che lo compongono.
Pro e contro:
-
Pro: semplicità, bassi costi, esposizione che storicamente ha generato rendimenti elevati.
-
Contro: alta concentrazione geografica (USA) e settoriale rispetto alla più ampia economia globale; elevata volatilità nei momenti di crisi.
Per chi è adatto: Investitori con alta tolleranza al rischio, orizzonti lunghi e forte fiducia nell’economia americana. Non è scelta ottimale per chi cerca diversificazione geografica o bassa volatilità.
2) Il Three-Fund Portfolio (Portafoglio tre fondi)
Composizione tipica (versione europea adattata):
-
40% in ETF sull’S&P 500 (esposizione USA)
-
30% in ETF sul mercato azionario globale (es. MSCI World o FTSE All-World)
-
30% in ETF obbligazionari aggregati (governativi e corporate)
Logica alla base: Il Three-Fund Portfolio è popolare perché combina semplicità e diversificazione. L’idea è di avere esposizione ampia verso mercati sviluppati e internazionali, bilanciarla con obbligazioni per stabilizzare il portafoglio. Nell’esempio europeo l’esposizione totale verso gli USA resta comunque rilevante (circa il 60–70%) a causa del peso delle società americane negli indici globali.
Pro e contro:
-
Pro: ottimo bilanciamento tra crescita e stabilità; semplice da gestire; facilmente modulabile per aumentare o ridurre rischio (es. 70/30, 60/40)
-
Contro: se vuoi ridurre l’esposizione USA puoi apportare aggiustamenti (più Europa, Giappone, mercati emergenti).
Per chi è adatto: La maggior parte degli investitori può partire da un Three-Fund Portfolio adattato alle proprie esigenze. È particolarmente indicato a chi vuole una soluzione “tuttofare” senza eccessive complicazioni.
3) All-Weather Portfolio di Ray Dalio
Composizione proposta (versione comunemente citata):
-
30% Azioni (suggerito S&P 500 o MSCI World)
-
40% Obbligazioni governative a lungo termine
-
15% Obbligazioni governative a breve termine
-
7,5% Materie prime
-
7,5% Oro
Logica alla base: Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, ha progettato l’All-Weather per essere resiliente in tutte le condizioni macroeconomiche: crescita, recessione, inflazione ed inflazione deflativa. Ogni asset ha un ruolo specifico nel bilanciare gli altri quando cambia lo stato dell’economia. In una fase di crescita prevalgono le azioni; in una recessione il peso delle obbligazioni a lungo termine mitiga le perdite; in un contesto di alta inflazione oro e materie prime proteggono il potere d’acquisto.
Pro e contro:
-
Pro: riduce la volatilità e mira a performance più stabili lungo i cicli economici; pensato per preservare capitale in molti scenari macro.
-
Contro: performance più “piatte” nei rally azionari; richiede una selezione o strumenti per materie prime; può essere meno “semplice” da gestire rispetto a due o tre fondi.
Per chi è adatto: Investitori che cercano stabilità e diversificazione macro, che vogliono limitare i drawdown (periodi di perdita) pur rinunciando in parte ai picchi massimi di rendimento azionario.
4) Permanent Portfolio di Harry Browne
Composizione tipica:
-
25% Azioni
-
25% Obbligazioni a medio-lungo termine
-
25% Liquidità o obbligazioni a breve termine (depositi, cash)
-
25% Oro
Logica alla base: Il Permanent Portfolio è costruito per sopravvivere a qualsiasi scenario economico: prosperità (azioni performano), deflazione e recessione (obbligazioni a lungo termine), inflazione (oro), crisi di fiducia / panico (liquidità). È un approccio conservativo che punta sulla stabilità e sulla preservazione del capitale.
Pro e contro:
-
Pro: bassi drawdown nelle crisi, semplicità di ribilanciamento (quartieri fissi), ottima per chi vuole dormire tranquillo.
-
Contro: durante i lunghi mercati toro azionari la performance sarà inferiore a portafogli più azionari; esposizione alta all’oro può pesare nei periodi di normalizzazione.
Per chi è adatto: Investitori conservativi che danno priorità alla stabilità del capitale e preferiscono ridurre fortemente i ribassi piuttosto che massimizzare i rendimenti nelle fasi espansive.
Backtest 2006–2023: cosa sarebbe successo con 10.000 €
Per mettere alla prova queste filosofie ho eseguito (e condiviso nel podcast) un confronto di backtesting su un orizzonte 2006–2023. Perché 17 anni e non 20? Perché partire dal 2003 implicherebbe entrare nel mercato subito dopo gli scossoni delle dot-com, ottenendo un periodo di mercato estremamente favorevole che rischierebbe di distorcere il confronto. Scegliendo 2006–2023 otteniamo un periodo in cui è successo davvero di tutto: la grande crisi finanziaria 2007–2008, la ripresa, la pandemia, fasi di inflazione e di rialzo tassi, e lunghi mercati toro. È un arco rappresentativo.
I numeri che seguono provengono da un tool di backtesting (fonte: Curvo) e riflettono una costruzione indicativa dei portafogli con ETF scelti in modo arbitrario ma coerente con le strategie.
-
All-Weather (Ray Dalio): 10.000 € → circa 29.050 € (posizione di ultima classifica in questo periodo)
-
Permanent Portfolio (Harry Browne): 10.000 € → circa 31.049 €
-
Three-Fund Portfolio: 10.000 € → circa 33.403 €
-
Buffett Two-Fund (90% S&P / 10% short-term bonds): 10.000 € → circa 45.043 € (primo classificato in questo arco temporale)
Rendimento medio annuo stimato per il portafoglio di Warren Buffett: circa 9,26% annuo (valore medio annuo composto su 17 anni).
Interpretazione dei risultati
Questi risultati non dicono che una strategia sia “sempre” migliore. Dicono che, in un periodo in cui le azioni statunitensi (e in generale le azioni globali) hanno vissuto una lunga fase di apprezzamento, una strategia fortemente esposta all’azionario americano ha beneficiato maggiormente.
Importante: se fossimo partiti nel 2006 e valutato il portafoglio nel 2009 (immediatamente dopo la crisi del 2008), la classifica sarebbe stata ribaltata. In quel momento l’All-Weather di Dalio avrebbe retto meglio e il portafoglio 90/10 sarebbe stato profondamente negativo (es. -36% o simile). Ecco la lezione pratica: i risultati dipendono dal contesto temporale e dal ciclo economico. Non esiste un vincitore universale.
Come usare questi modelli per costruire il tuo portafoglio
Vediamo ora un percorso pratico passo dopo passo per trasformare la conoscenza di questi modelli in una scelta che funzioni per te.
Passo 1: definisci obiettivi e orizzonte temporale
Domande essenziali:
-
Per cosa stai investendo? Casa, pensione, educazione dei figli, indipendenza finanziaria?
-
Quando ti serviranno questi soldi? 5 anni, 10 anni, 20 anni?
-
Se i mercati perdessero il 30% in un anno, come reagiresti?
Le risposte determinano la quota azionaria: più lungo è l’orizzonte, più puoi permetterti ovviamente di essere azionario. Se mancano anni alla spendita, l’azionario ha storicamente ricompensato chi ha pazienza.
Passo 2: scegli un modello di partenza
Scegli uno dei quattro modelli come base concettuale e poi adattalo al tuo contesto. Alcune idee pratiche:
-
Se hai 25–40 anni e sei tranquillo sulla volatilità: considera una versione Three-Fund o una 60–80% di azioni.
-
Se vuoi stabilità e protezione dai ribassi: guarda al Permanent Portfolio o una versione moderata dell’All-Weather.
-
Se sei convinto dell’andamento a lungo termine del mercato USA e hai nervi saldi: la soluzione 90/10 di Buffett può essere valida.
Passo 3: scegli gli strumenti (ETF, fondi)
Preferisci ETF a basso costo e larga capitalizzazione per ottenere esposizione diversificata:
-
S&P 500 ETF (es. replica totale delle 500 maggiori società USA)
-
ETF globale (MSCI World, FTSE All-World) per esposizione internazionale
-
ETF obbligazionari aggregati (agg), ETF su bond governativi a lungo o breve termine
-
ETF su oro fisico o ETC sull’oro per l’esposizione al metallo
-
ETF su materie prime per porzioni specifiche (da usare con cautela)
Evita fondi comuni attivi con commissioni elevate. Se proprio vuoi un gestore, scegli soluzioni a basso costo e trasparenti. Ricorda: i costi mangiano i rendimenti nel lungo periodo.
Passo 4: definisci regole di contribuzione e ribilanciamento
Imposta contributi regolari (piano di accumulo mensile o trimestrale). Questo ti permette di sfruttare il dollar-cost averaging (media del costo di acquisto nel tempo).
Ribilanciamento: una volta all’anno è sufficiente per la maggior parte degli investitori. L’obiettivo è riportare le percentuali di ogni asset alla tua asset allocation target. Se non vuoi controllare frequentemente, imposta soglie automatiche (es. ribilancia se una classe devia di ±5%).
Passo 5: monitora senza farti ossessionare
Controlla trimestralmente o annualmente. Evita di guardare il portafoglio ogni giorno: è la ricetta per prendere decisioni emotive e potenzialmente dannose. Le oscillazioni nel breve termine sono normali.
Consigli pratici finali e cosa evitare
Ecco una checklist pratica e concreta che puoi usare oggi stesso.
Cosa fare
-
Automatizza il risparmio e gli investimenti.
-
Costruisci un portafoglio semplice con ETF a basso costo e ampia diversificazione.
-
Definisci una asset allocation coerente con il tuo orizzonte temporale e la tua tolleranza al rischio.
-
Ribilancia almeno una volta all’anno per mantenere la disciplina.
-
Usa il contesto di mercato a tuo vantaggio: se i tassi scendono, le obbligazioni possono salire di valore; se salgono, le nuove obbligazioni offrono rendimenti interessanti.
-
Considera una piccola quota d’oro (5–15%) se desideri protezione contro l’inflazione e i timori sistemici.
Cosa evitare
-
Non investire in strumenti costosi come molti fondi comuni con commissioni elevate (se non hai buone ragioni).
-
Non concentrare tutto il capitale in un unico strumento o in un singolo settore (es. tecnologia tematica) se non è una scelta consapevole e temporanea.
-
Non uscire dal mercato per paura in un momento di crisi: vendere durante la discesa significa cristallizzare perdite che, se non necessarie, possono essere solo temporanee.
-
Non usare la leva o prodotti complessi senza piena comprensione dei rischi.
Un paragrafo sulle obbligazioni nel contesto attuale
Un punto che ho sottolineato nel podcast e vale la pena ribadire: il mercato obbligazionario negli ultimi anni ha visto i rendimenti salire notevolmente (dopo periodi lunghi di tassi bassi). Questo significa che oggi molte obbligazioni offrono rendimenti interessanti rispetto al passato. Per alcuni Investment-Grade Bonds arriviamo facilmente addirittura al 10% l'anno.
Cosa significa questo per la tua allocazione?
-
Le obbligazioni sono tornate ad essere attrattive — non sono più il “male necessario” con rendimenti praticamente zero.
-
Se i tassi cominceranno a scendere in futuro, le obbligazioni già in portafoglio potrebbero beneficare di un aumento di prezzo (gli strumenti a tasso fisso apprezzano quando i tassi scendono).
-
Potresti scegliere di mantenere una quota più consistente di obbligazioni oggi e poi concentrare nuovi investimenti in azioni quando le valutazioni dovessero tornare più attraenti.
Che ruolo ha l’oro?
L’oro è spesso chiamato “bene rifugio”. Storicamente tende ad apprezzarsi in fasi di elevata inflazione, in crisi di fiducia verso le valute o verso il sistema finanziario. Tuttavia l’oro non produce flussi di cassa (dividendi o interessi) ed è soggetto a forte volatilità nel breve termine.
Regole pratiche sull’oro:
-
Per la maggior parte degli investitori una quota tra 5% e 15% può avere senso come diversificatore e protezione contro scenari inflazionistici.
-
Evita esposizioni eccessive all’oro se il tuo obiettivo è massimizzare la crescita sul lungo periodo: storicamente, le azioni hanno dato rendimenti più elevati.
Riflessioni psicologiche: il fattore umano nella scelta dell’allocazione
Un tema spesso sottovalutato è il fattore psicologico. Due persone con identiche asset allocation possono ottenere lo stesso rendimento storico, ma reagire in modo completamente diverso quando il mercato scende. La reazione emotiva determina spesso il successo reale dell’investitore:
-
Chi panica e vende durante una crisi realizza perdite; spesso non riesce più a reinvestire quando il mercato risale.
-
Chi mantiene la rotta, o addirittura incrementa gli acquisti in fasi negative (acquisto a sconto), beneficia del recupero futuro.
La scelta dell’asset allocation deve quindi tenere conto non solo di numeri e percentuali, ma anche della tua capacità emotiva di sopportare oscillazioni. Se il pensiero di perdere il 30% ti fa vendere, allora probabilmente la tua allocazione è troppo rischiosa per il tuo profilo psicologico.
Domande frequenti (e risposte pratiche)
1. Devo copiare esattamente uno di questi portafogli?
No. Usa i modelli come punto di partenza. Adatta le percentuali e gli strumenti alla tua situazione personale, alla tua residenza fiscale e alle tue esigenze.
2. Quanto spesso devo ribilanciare?
Per la maggior parte degli investitori una volta all’anno è sufficiente. Alcuni ribilanciano ogni sei mesi o se la deviazione supera una certa soglia (ad esempio 5–10%).
3. Posso usare solo ETF americani?
Sì, ma attenzione alla tassazione e ai prodotti disponibili nel tuo broker. Per molti investitori europei ha senso usare ETF domiciliati in Europa per semplicità fiscale, evitando complicazioni legate alla fiscalità estera.
4. Cosa succede se i tassi tornano ad aumentare?
Quando i tassi salgono, il prezzo delle obbligazioni esistenti scende; quando scendono, il prezzo sale. Perciò la gestione delle obbligazioni deve considerare il duration (sensibilità alle variazioni dei tassi). Un mix di duration breve e lunga può attenuare il rischio.
Conclusione: come procedere da qui
Abbiamo visto quattro modelli diversi con logiche chiare e difendibili. Nessuno è perfetto per tutti, ma ogni modello insegna qualcosa di utile:
-
Buffett ci ricorda la potenza della semplicità e della concentrazione su mercati forti (se si ha stomaco per la volatilità).
-
Il Three-Fund Portfolio insegna che con pochi strumenti puoi ottenere ampia diversificazione.
-
Dalio ci mostra come costruire un portafoglio pensando ai diversi scenari macroeconomici.
-
Harry Browne ricorda l’importanza di preservare capitale in ogni condizione.
Il mio consiglio finale, pratico e diretto: inizia subito, scegli un modello di partenza, adatta le percentuali al tuo profilo, investi tramite ETF a basso costo, automatizza i versamenti e ribilancia regolarmente. La parte più difficile — e più importante — è mantenere la disciplina nel tempo.
Se vuoi approfondire la fase successiva — come scegliere i singoli ETF, quali parametri guardare, come gestire la fiscalità e dove comprare — nel prossimo episodio parleremo proprio di questo: come scegliere i migliori ETF per costruire il tuo portafoglio. Nel frattempo, applica queste linee guida, costruisci la tua asset allocation iniziale e comincia a investire: il tempo è il tuo migliore alleato.
Diventa un PRO del denaro e scopri come creare, gestire, proteggere e aumentare la tua ricchezza!