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Iniziare a investire è eccitante. Arrivano idee, consigli dagli amici, titoli che promettono guadagni folli e la voglia di fare tutto e subito. Peccato che le trappole siano dietro l'angolo. Qui spiego i primi due grandi errori che vedo più spesso: l'eccessiva concentrazione e l'eccessiva diversificazione. Due facce della stessa medaglia che possono mandare in fumo i tuoi risparmi se non le gestisci con buon senso.
Perché è facile sbagliare appena inizi
Quando capisci almeno le basi del funzionamento dei mercati e degli strumenti finanziari, capita di sentirsi vivi: vuoi mettere? Ti sembra di aver scoperto la formula segreta. Succede allora che si passa da 0 a 100 in poco tempo. Il problema è che molti iniziano a investire come se avessero sempre guidato una Ferrari senza patente: entusiasmi, mosse azzardate, e poi, alla prima curva, il disastro.
Investire non è una gara di bravura da dimostrare agli amici. È un processo che richiede disciplina, pianificazione e un pizzico di umiltà. Se parti male, è probabile che tu possa perdere più di quanto immagini. Ecco perché i due errori che seguono vanno evitati a tutti i costi.
Errore 1: eccessiva concentrazione
Per concentrazione non intendo la fatica mentale, ma il fatto di mettere troppi soldi in pochi asset. In soldoni significa "all in" su una singola classe di investimento o su poche posizioni. È quello che fanno tanti investitori della domenica: comprano l'appartamento per affittarlo e ci mettono dentro tutti i risparmi, oppure comprano qualche BTP perché rende il 4 per cento e pensano di aver risolto la vita. Oppure, peggio ancora, finiscono tutti dentro a Bitcoin o in due o tre azioni che "spaccheranno tutto".
La regola d'oro che tutti conoscono sulla carta è diversificare. Eppure, per pigrizia o per presunzione, la maggior parte di chi sbaglia lo fa concentrando troppo i propri risparmi. Qui sotto vediamo i casi più tipici e perché sono rischiosi.
Immobili messi all in
Comprare un immobile da mettere a reddito è un classico. Sembra la mossa perfetta: un bene tangibile, "vero", che genera un canone ogni mese. Però attenzione ai numeri reali:
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Rendimento medio atteso: una rendita immobiliare netta palese viaggia attorno al 2-5% annuo, se tutto va bene e se l'inquilino paga.
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Rischi e costi nascosti: manutenzione, tasse, periodi di vacanza locativa, spese condominiali, agenti immobiliari, rischi legali con inquilini morosi. Tutto ciò erode il rendimento effettivo.
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Illiquidità: se hai bisogno di soldi, vendere un immobile non è immediato e potresti doverlo svendere (o vendere con l'inquilino dentro).
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Costo opportunità: immobilizzare 100.000 o 200.000 euro in un solo asset significa perdere la possibilità di allocare quel capitale in strumenti più liquidi e potenzialmente più redditizi.
Se disponi di capitali davvero grandi, l'immobiliare può avere senso come parte di una strategia diversificata. Se invece hai 100.000 o meno e lo metti tutto in mattone, stai esponendo il tuo patrimonio a rischi che non valgono quasi mai la pena rispetto ad altre alternative.
Investire tutto in BTP o bond locali
Quando i rendimenti dei titoli di stato salgono, è facile che molti si facciano l'idea: "Ah, i BTP rendono il 4% a 10 anni, li compro e sto tranquillo". Non è così semplice. Domande da porsi prima di comprare BTP:
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Stai proteggendo un capitale che non puoi permetterti di perdere nei prossimi dieci anni?
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Hai capito che il prezzo dei bond cambia con i tassi, quindi se i tassi salgono il valore dei tuoi BTP scenderà?
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Hai considerato l'inflazione e l'erosione del potere d'acquisto?
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Hai un portafoglio sufficientemente diversificato per permetterti di immobilizzare così soldi su un solo tipo di rischio sovrano?
Per qualcuno i BTP sono uno strumento adeguato. Per la maggioranza dei piccoli risparmiatori che vogliono far crescere il capitale, mettere tutto in titoli di stato di un solo paese è una forma di concentrazione che rischia di perdere opportunità migliori.
Bitcoin e criptovalute: la storia di chi entra sui massimi
Bitcoin è diventato nella narrativa popolare la soluzione a qualsiasi bisogno di guadagno rapido. Facciamo chiarezza con qualche elemento fondamentale:
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Cos'è: Bitcoin è una criptovaluta, una moneta virtuale gestita da un software decentralizzato basato sulla tecnologia blockchain. Il suo supply massimo è limitato a 21 milioni di unità.
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Come funziona a grandi linee: il sistema si regge sui miner che convalidano le transazioni e sui ledger distribuiti che memorizzano le operazioni.
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Volatilità estrema: Bitcoin è passato da 0 a oltre 64.000 dollari nel novembre 2021, è sceso a 16.000 un anno dopo e da lì ha continuato ad avere salite e discese importanti.
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Non è un asset regolamentato: non è una valuta emessa da una banca centrale, non è un prodotto finanziario standard. Il suo valore si basa interamente sulla domanda e sull'attribuzione di valore della comunità globale.
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Rischi pratici: per detenere Bitcoin devi usare exchange o wallet. Gli exchange possono fallire o venire frodati, come è successo in vari casi (FTX, altri). Se non gestisci correttamente le chiavi private, puoi perdere tutto.
Se hai 10.000 euro e li metti tutti su Bitcoin perché il tuo amico ne sa più di tutti, probabilmente stai facendo "una cagata pazzesca". Se invece hai 100.000 e puoi permetterti di rischiare qualche migliaio in un asset altamente speculativo, allora può avere senso allocare una piccola percentuale. Regola pratica: qualsiasi esposizione a cripto dovrebbe essere limitata a una quota ridotta del portafoglio, tipicamente sotto il 5-10% per chi è più aggressivo e con piena consapevolezza delle conseguenze.
Azioni singole e stock picking
Comprare azioni singole è romantico. Ti senti come un investitore che sceglie campioni nazionali e internazionali. Ma nella pratica ci sono problemi concreti:
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Necessità di capitali: per avere una diversificazione reale con azioni singole ti servono capitali importanti. Se hai 10.000 euro e compri 3-4 azioni, il rischio di concentrazione è altissimo.
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Competenza richiesta: fare stock picking seriamente richiede anni di studio di bilanci, settori, modelli di business, concorrenza e scenari macro. Non basta qualche articolo online o un presentimento.
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Costi e manutenzione: comprare e vendere molte azioni genera commissioni e impone tempo per gestire il portafoglio. Molto spesso il risultato è peggiore rispetto a un semplice ETF che replica il mercato.
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Probabilità di successo: la maggioranza dei piccoli investitori che prova a fare stock picking ottiene performance inferiori all'indice. Anche molti professionisti falliscono nel battere il mercato sul lungo periodo.
La storia di Warren Buffett è utile per capire il punto. Buffett ha concentrato grandi somme su pochissime aziende di qualità e ha ottenuto risultati straordinari. Ma Buffett e il suo team sono investitori d'eccezione, con competenze e risorse uniche. L'insegnamento reale per la maggioranza è diverso: se non sei Buffett, copia il mercato, non lui.
Errore 2: eccessiva diversificazione
Sembra un controsenso dopo tutto quello che abbiamo detto sulla concentrazione, ma esiste anche l'errore opposto: frammentare troppo il portafoglio. Comprare 15, 20, 30 ETF diversi perché ogni settimana esce un nuovo tema alla moda non è diversificazione intelligente. È semplicemente frammentazione costosa e controproducente.
La diversificazione ha senso quando gli asset acquistati sono realmente decorrelati tra loro. Decorrelation vuol dire che i due investimenti tendono a muoversi in maniera indipendente o addirittura opposta. Non ha senso comprare 10 ETF azionari che in effetti replicano vari segmenti dello stesso mercato: alla fine, quando il rischio sistemico colpisce, tutto scende insieme e non hai guadagnato nulla in termini di riduzione del rischio.
Esempi di diversificazione mal calibrata
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Comprare 10 ETF azionari che coprono aree geografiche sovrapposte o settori che hanno forte correlazione. Risultato: costi alti e scarsa differenziazione reale.
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Accumulo eccessivo di prodotti tematici: ETF su AI, semiconduttori, litio, lusso, energie rinnovabili, crypto. Ognuno sembra una buona idea, finché non arriva una correzione generale che trascina tutto giù.
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Molteplici fondi obbligazionari con strategie simili ma commissioni diverse. Spendi per salute del portafoglio e ottieni poco in termini di protezione reale.
Più strumenti hai, più complesse diventano le decisioni e più paghi in termini di commissioni, tempo e naturale inefficienza. Serve equilibrio.
Come calibrare la diversificazione in base al capitale
La regola del buon senso è: adegua la complessità del portafoglio al capitale a disposizione e all'orizzonte temporale. Ecco qualche suggerimento pratico:
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Hai 10.000 euro: concentrati su uno o due ETF molto larghi e a basso costo. Un ETF azionario globale o un mix azionario-obbligazionario bilanciato può bastare. L'obiettivo è accumulare e imparare a investire sistematicamente, non collezionare prodotti.
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Hai 50.000-200.000 euro: puoi permetterti una maggiore segmentazione. Ad esempio ETF azionario globale + ETF mercati emergenti + una componente obbligazionaria. Ma non esagerare: mantieni poche linee chiare.
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Hai oltre 200.000 euro: la diversificazione può includere asset alternativi, piccoli investimenti immobiliari, e magari qualche esposizione tematica. Anche qui però bisogna farlo con criteri e non per moda.
Con capitale più alto è sensato aumentare il numero di strumenti, ma sempre seguendo razionalità, senza inseguire novità di mercato e senza frammentare in modo fine per rincorrere una sovra-performance improbabile.
La decorrelazione è la chiave
La diversificazione funziona quando si basa su asset che non si muovono perfettamente insieme. Esempi classici:
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Azioni e obbligazioni: tendenzialmente hanno reazioni diverse alle fasi cicliche. Tuttavia non sempre: nel 2022 entrambe hanno sofferto per shock specifici.
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Azioni e oro: l'oro spesso sale in fasi di paura o inflazione. Non è perfetto ma spesso è un buon diversificatore.
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Immobiliare e azionario: in alcune condizioni possono muoversi diversamente, ma attenzione all'illiquidità del mattone.
Se compri 20 ETF azionari diversi perché pensi di essere superdiversificato, probabilmente stai spendendo inutilmente. Concentrati su poche scelte che coprono mercati diversi e che riducono la volatilità complessiva del portafoglio senza frammentarlo.
Regole pratiche e checklist per chi inizia
Da dove partire se stai iniziando ora? Ecco una checklist semplice e pratica che puoi usare subito.
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Razionalizza le finanze personali: prima di investire, assicurati di avere un cuscinetto di liquidità per emergenze (3-6 mesi di spese). Pagare debiti ad alto interesse è spesso più efficace che investire.
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Stabilisci obiettivi e orizzonte: risparmio per la casa? Pensione? Educazione dei figli? Ogni obiettivo ha un orizzonte diverso e richiede soluzioni diverse.
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Inizia con strumenti semplici: un ETF azionario globale a basso costo è un ottimo punto di partenza. Se sei giovane e hai orizzonte lungo, puoi avere un peso azionario maggiore.
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Investi con continuità: la disciplina conta più delle previsioni. Piani di accumulo mensili riducono il rischio di entrare sui massimi.
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Non concentrarti troppo: evita di mettere tutti i soldi in un singolo immobile, in pochi BTP o in una cripto. Mantieni diversificazione sensata.
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Non disperdere troppo: evita di collezionare decine di ETF tematici. Mantieni il portafoglio semplice e facilmente gestibile.
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Limita l'esposizione alle cripto: se decidi di investire, tienila in una percentuale ridotta e accetta il rischio estremo associato.
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Formazione e controllo: studia, leggi bilanci se ti interessano le azioni singole, ma non pensare di diventare un guru dall'oggi al domani.
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Costi e tassazione: presta attenzione a commissioni, spread, costi nascosti e trattamento fiscale. Un portafoglio costoso ruba rendimento nel tempo.
Bitcoin e le cripto: cosa devi sapere prima di puntare
Se il tema ti interessa, qui riassumo i punti pratici per affrontare le criptovalute con responsabilità:
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Capisci la tecnologia: blockchain, mining, ledger distribuiti. Sapere almeno i concetti base riduce i rischi operativi.
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Scegli come detenere: puoi tenere cripto su exchange o in wallet privati. Usare wallet hardware riduce il rischio di perdere tutto se l'exchange fallisce.
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Rischio exchange: gli exchange possono fallire, essere hackati o frodati. Non lasciare lì più di quanto non ti possa permettere di perdere.
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Asset selection: se proprio vuoi entrare, Bitcoin e Ethereum sono i più consolidati. Le altre altcoin sono spesso speculazioni con alto tasso di fallimento.
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Percentuale del portafoglio: mantieni una quota ridotta. Per la maggioranza dei risparmiatori una percentuale inferiore al 5% è prudente; gli investitori più propensi al rischio possono spingersi al 10%, ma consapevolmente.
Azioni singole: quando hanno senso e quando evitarle
Comprare azioni singole non è proibito. Hanno senso se:
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hai capitali significativi da diversificare;
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hai competenze elevate nel valutare aziende;
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sei disposto a dedicare tempo al monitoraggio;
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comprendi i rischi e sei pronto a tollerare la volatilità.
Per tutti gli altri investitori, l'approccio più logico è puntare su fondi indicizzati o ETF: basso costo, ampia diversificazione e nessuna necessità di scegliere titoli singoli. Ricorda la lezione di Warren Buffett: la maggior parte degli investitori farebbe bene a comprare un fondo che replica l'indice e non fare nulla di più.
Conclusioni
Ecco i punti principali da portare a casa:
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Evita l'eccessiva concentrazione: non mettere tutti i risparmi in un immobile, in poche azioni, in BTP di un solo paese o in una singola criptovaluta.
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Non esagerare con la diversificazione: comprare troppi ETF o fondi simili aumenta costi e complessità senza apportare vera protezione.
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Usa strumenti semplici e a basso costo: ETF ampi e liquidi sono spesso la soluzione più efficiente per il piccolo investitore.
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Adatta la strategia al capitale e all'orizzonte: 10.000 euro non richiedono la stessa complessità di 200.000 euro.
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Se vuoi sperimentare con asset speculativi: tieni la quota bassa, informati sui rischi tecnici e operativi e non usare soldi di cui potresti avere bisogno a breve.
Cosa fare oggi, passo dopo passo
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Metti da parte un fondo di emergenza sufficiente.
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Definisci obiettivi finanziari chiari e un orizzonte temporale.
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Scegli uno o due ETF ampi e a basso costo per iniziare.
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Imposta un piano di accumulo mensile, anche piccolo, e mantienilo nel tempo.
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Controlla il portafoglio una o due volte l'anno, non ogni giorno.
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Se vuoi aggiungere cripto o azioni singole, fallo con una quota limitata e solo dopo aver studiato i rischi.
Investire è più una maratona che uno sprint. Le scorciatoie funzionano raramente e spesso ti lasciano con meno soldi e più rimpianti. Mantieni la semplicità, proteggi il capitale che non puoi permetterti di perdere, e costruisci la tua esposizione al mercato in modo razionale. Se applichi queste regole elementari, avrai già fatto passi da gigante rispetto alla maggior parte delle persone che si lanciano nel mondo degli investimenti senza una strategia.
Nei prossimi approfondimenti vedremo altri due errori importanti, quelli più legati all'impostazione mentale e alla gestione personale del denaro. Ma se sei all'inizio, applica fin da subito ciò che abbiamo visto qui: evita concentrazione pigra e diversificazione da collezionista compulsivo. Il rendimento arriva con la coerenza, non con la foga.
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