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Se mi seguite da un pò sapete già che il mio obiettivo è semplice: darvi gli strumenti per ragionare con la vostra testa e prendere decisioni finanziarie consapevoli. Qui sotto troverete una guida pratica, passo dopo passo, che vi aiuterà a impostare una strategia di investimento strutturata e sostenibile nel tempo, partendo dal quadro finanziario personale fino alla costruzione di un portafoglio bilanciato con ETF.
Perché questo articolo è importante
Molte persone sanno che gli ETF sono strumenti validi: a basso costo, efficienti e facili da utilizzare. Tuttavia la maggior parte non sa come integrarli in una strategia coerente. Acquistare strumenti finanziari "a caso" è la ricetta perfetta per arricchire banche, consulenti e gestori, non voi. Qui spiego come impostare una pianificazione finanziaria solida, costruire un budget, definire obiettivi e orizzonte temporale, mettere in piedi un fondo di emergenza e arrivare infine a una asset allocation che abbia senso per la vostra vita.
Linea guida fondamentale: non potete non investire
Non esistono scuse: investire non è un’opzione, è una necessità. Tenere i risparmi fermi sul conto corrente significa lasciarli deprezzare dall’inflazione. Anche piccole somme, se investite con metodo e pazienza, possono crescere grazie all’interesse composto. L’obiettivo di questa guida è farvi capire come mettere in ordine le idee e costruire un piano coerente con la vostra situazione personale.
Prima regola: pianificazione finanziaria prima degli investimenti
Nessun prodotto finanziario ha senso al di fuori di una strategia. E nessuna strategia ha senso fuori da una pianificazione finanziaria completa che includa redditi, spese, risparmi, debiti e obiettivi. Prima di comprare ETF o azioni dovete sapere chiaramente quanto guadagnate, quanto spendete, quanto risparmiate, che debiti avete e quali obiettivi volete raggiungere (con relativo orizzonte temporale).
Costruite il vostro quadro finanziario con un semplice foglio di calcolo
Prendete un foglio Excel o Google Sheets e compilate le seguenti voci. Vi do un esempio operativo perché spesso facciamo confusione con queste cose banali ma determinanti:
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A1: "Introiti". A2: inserite il vostro stipendio netto mensile o una stima verosimile se siete liberi professionisti.
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B1: "Spese". Da B2 in giù elencate tutte le categorie di spesa (mutuo/affitto, spesa alimentare, bollette, trasporti, abbigliamento, shopping online, rette scolastiche, spese mediche, pranzi/cene fuori, parrucchiere, entertainment, spese extra).
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C1: "Importi". Mese per mese inserite gli importi delle singole categorie.
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D1: "Risparmio". In una cella calcolate: Introiti – Totale Spese = Risparmio mensile.
Questo esercizio è fondamentale: il risparmio è ciò da cui preleverete i soldi da investire. Se non avete il controllo delle spese, tutto il resto è vano.
Registrare ogni singola spesa
Non scherzo: segnate ogni singolo euro che uscite, compreso il caffè da 1,20 €. Le spese piccole sono quelle che “polverizzano” il conto e spesso passano inosservate. Usate un’app di gestione delle spese (io uso Moneyfi, ma esistono molte valide alternative) e abituatevi a inserire tutto. Dopo qualche mese avrete una visione limpida di dove vanno i vostri soldi e potrete decidere cosa è davvero importante e cosa no.
Regola psicologica cruciale: paga te stesso per primo
"Non dovete risparmiare ciò che resta dopo che avete fatto tutte le vostre spese; dovete spendere ciò che resta dopo che avete risparmiato."
Questo è un punto che ripeto perché la differenza tra chi costruisce ricchezza e chi no spesso sta qui. Le imprese fanno budgeting allocando risorse prima di spendere. Dovete fare lo stesso: stabilite una percentuale del vostro reddito da destinare al risparmio/investimento e trasferitela automaticamente ogni mese su un conto separato. Così la spesa si adatterà al risparmio, non viceversa.
Quanto destinare al risparmio?
Un buon punto di partenza è puntare al 10–15% del reddito netto. Con il tempo e con l’aumento della sensibilità verso le spese, potete salire al 20%, 30% o anche oltre, a seconda degli obiettivi. L’importante è iniziare: 2000 € netti al mese con il 10% vuol dire 200 € al mese da investire; con il 15% sono 300 €; scalini che fanno la differenza nel lungo termine.
Gestione dei debiti
I debiti non sono tutti uguali. Un mutuo a tassi ragionevoli è diverso da un prestito personale ad alto tasso o da debiti con carte revolving. Prima di investire in modo aggressivo, valutate la struttura dei vostri debiti:
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Debito con interessi elevati (carte, prestiti) → priorità a estinguerlo.
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Mutuo a tasso fisso/ragionevole → valutate la surroga o rinegoziazione se possibile.
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Debiti “buoni” vs “cattivi” → qual è il costo opportunità di investire piuttosto che estinguere?
In molti casi estinguere debiti ad alto tasso è l’investimento con il miglior rendimento garantito.
Fondo di emergenza: la prima pietra della sicurezza finanziaria
Prima di investire i risparmi in strumenti volatili come azioni, dovete creare un fondo di emergenza: un conto separato con liquidità equivalente a 3–6 mesi di spese correnti. Se avete debiti importanti (mutuo, rata auto) o lavoro instabile, puntate decisamente sui 6 mesi. Questo fondo serve per coprire imprevisti senza dover vendere investimenti in un momento sfavorevole.
Il fondo di emergenza non va toccato per spese ordinarie. Potete però metterlo su un conto deposito svincolabile o su un conto remunerato che permetta prelievo rapido, così da ottenere un piccolo rendimento rispetto al conto corrente tradizionale.
Definire obiettivi e orizzonte temporale
Perché state investendo? "Voglio diventare ricco" non è una risposta utile. Risposte concrete possono essere:
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Accumulare capitale a lungo termine per il patrimonio.
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Creare una rendita passiva per integrare la pensione.
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Comprare una casa entro X anni.
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Pagare l’università dei figli.
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Lanciare un’attività imprenditoriale tra Y anni.
Definire l’obiettivo permette di scegliere l’orizzonte temporale e la giusta asset allocation. Più lungo è l’orizzonte, maggiore la propensione ad assumere rischio azionario; più breve l’orizzonte, maggiore la necessità di stabilità e liquidità.
Asset allocation: la scelta che determina il profilo di rischio-rendimento
L’asset allocation è la decisione fondamentale: quanto investire in azioni, quanto in obbligazioni e quanto in altre asset class (liquidità, immobili, materie prime, criptovalute). Le scelte di asset allocation determinano la volatilità del portafoglio e il rendimento atteso nel lungo termine.
Perché azioni e obbligazioni insieme?
Per semplicità, concentriamoci su azioni e obbligazioni. Le azioni storicamente rendono più delle obbligazioni ma sono più volatili. Le obbligazioni offrono stabilità e cedole previste, ma il loro valore varia in funzione dei tassi d’interesse. In combinazione, azioni e obbligazioni tendono a smorzare la volatilità complessiva del portafoglio perché spesso si muovono in modo non perfettamente correlato:
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Quando l’economia rallenta le azioni possono perdere valore; le obbligazioni, specie quelle governative, tendono a sovraperformare perché gli investitori cercano rifugio.
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Quando l’economia accelera le azioni guadagnano e le obbligazioni possono soffrire se i tassi salgono.
La regola classica: 100 meno la tua età
Una regola semplice e storicamente usata è: % Azioni = 100 – età. Esempio: se hai 37 anni, azioni ≈ 63%, obbligazioni ≈ 37%. Se hai 72 anni, azioni ≈ 28%, obbligazioni ≈ 72%.
Questa non è una regola “scientifica” ma è utile come punto di partenza. Esistono alternative più sofisticate (allocazioni dinamiche, glide path, portafogli “All Weather” come quello di Ray Dalio, o approcci molto azionari come quelli ispirati a Warren Buffett). La scelta dipende dal vostro orizzonte, dalla vostra tolleranza alla volatilità e dalla vostra situazione personale.
Un esempio pratico: il portafoglio 60/40
Un approccio molto diffuso per chi tiene un orizzonte a medio-lungo termine e tollera fluttuazioni è il 60% azionario / 40% obbligazionario. Ecco un esempio concreto per 10.000 € investiti:
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6.000 € in un ETF che replica un ampio indice azionario globale (MSCI World è una scelta comune, oppure S&P500 o SToxx600 se preferite esposizione regionale).
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4.000 € in un ETF obbligazionario diversificato (bond governativi high rating di paesi sviluppati e duration controllata).
Calcolo storico: 10.000 € investiti nel gennaio 2013 in un portafoglio 60/40 (MSCI World + obbligazioni governative europee) sarebbero cresciuti a circa 28.811 € nel gennaio 2023, con un rendimento medio annuo del 7,67% su quel periodo. Attenzione: questo è un esempio passato e non una garanzia futura.
Capire azioni e obbligazioni: caratteristiche e rischi
Azioni
Acquistare un’azione significa comprare una quota di proprietà di una società. Potenziale di rendimento elevato (apprezzamento del capitale + dividendi) ma rischio maggiore: la quotazione può oscillare fortemente. L’orizzonte temporale lungo mitiga il rischio di perdite permanenti ma non elimina la volatilità annuale. Esempi: S&P500 (500 grandi società USA), MSCI World (mercati sviluppati globali).
Obbligazioni
Un’obbligazione è un prestito che voi fate a un emittente (governo, ente o azienda) e in cambio ricevete cedole periodiche e la restituzione del capitale a scadenza. Il rischio principale è il rischio di credito (fallimento dell’emittente) e il rischio di tasso (variazioni dei tassi di mercato che influenzano il prezzo prima della scadenza). Se tenete l’obbligazione fino a scadenza e l’emittente non fallisce, riceverete quanto promesso.
Durata (duration) e sensibilità ai tassi
Le obbligazioni con durata più lunga sono più sensibili alle variazioni dei tassi. Quando i tassi salgono, i prezzi delle obbligazioni scendono; quando scendono, i prezzi salgono. Negli ultimi anni il contesto è cambiato: dopo decenni di tassi bassi, abbiamo visto una fase di tassi più elevati. Ciò rende oggi più interessante detenere obbligazioni rispetto a due-tre anni fa, ma comporta anche volatilità se i tassi dovessero muoversi.
ETF: lo strumento ideale per la maggior parte delle persone
Gli ETF (Exchange Traded Funds) replicano indici a un costo molto basso (TER contenuto) e sono perfetti per costruire portafogli diversificati a basso costo. Con due ETF (uno azionario globale, uno obbligazionario diversificato) potete avere un portafoglio solido, a bassa manutenzione e scalabile nel tempo. Importante: controllate TER, replica (fisica vs sintetica), dimensione del fondo, liquidità e valuta di riferimento.
Come scegliere gli ETF
Alcuni criteri pratici:
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Indice replicato: MSCI World / FTSE All-World per esposizione globale; S&P500 per focus USA; STOXX600 per Europa.
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TER (Total Expense Ratio): più basso è meglio, a parità di altre condizioni.
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Dimensione e liquidità del fondo: ETF con patrimonio più elevato sono più sicuri e liquidi.
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Replica fisica vs sintetica: preferibile la replica fisica per semplicità e trasparenza, ma le sintetiche possono avere costi più bassi e presenza in alcuni indici difficili da replicare fisicamente.
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Valuta di denominazione: occhio al rischio cambio se comprate ETF denominati in valuta diversa dall’euro.
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Politica dei dividendi: distribuzione vs accumulazione (fondamentale sapere se i dividendi vengono reinvestiti automaticamente o distribuiti).
Strategia operativa: PAC, lump sum o mix?
Ci sono tre approcci principali:
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Lump sum: investire una somma grande in unica soluzione. Storicamente spesso produce risultati migliori se fatto con disciplina in mercati rialzisti.
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Piano di accumulo (PAC): versamenti periodici (mensili, trimestrali) in ETF. Mitiga il timing risk e la volatilità grazie al dollar-cost averaging.
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Approccio misto: tenere una parte liquida e investire progressivamente la restante per sfruttare eventuali correzioni.
Per chi inizia con somme medie e vuole ridurre stress psicologico, il PAC è spesso la soluzione più semplice e efficace.
Ribilanciamento: mantenere la disciplina
Il ribilanciamento consiste nel riportare la composizione del portafoglio ai pesi iniziali (es. 60/40) vendendo parte degli asset sovraesposti e comprando quelli sottoesposti. Può essere fatto con cadenza periodica (annuale, semestrale) o basato su soglie (es. scostamento >5%). Il ribilanciamento impone disciplina, realizza vendite in mercati al rialzo e acquisti in correzioni, contribuendo a migliorare il rapporto rischio/rendimento nel tempo.
Comportamento e psicologia dell’investitore
Un portafoglio ben costruito fallisce se il proprietario si comporta male. Errori psicologici comuni:
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Vendere durante le crisi (reazione istintiva alla perdita): spesso si realizza la perdita e si perde la successiva ripresa.
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Cercare di fare market timing: difficile anche per i professionisti, spesso controproducente.
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Seguire consigli casuali o mode del momento (crypto mania, hot stock): rischioso senza strategia.
La disciplina e la coerenza con il piano sono più importanti delle previsioni sul breve termine.
Domande frequenti e risposte pratiche
1) Da dove iniziare se ho 1.000 €?
Aprire un conto titoli o un PAC su una piattaforma con commissioni basse. Molti broker permettono l’acquisto frazionato di ETF o di quote minime. Con 1.000 € potete iniziare con un ETF azionario globale; poi, man mano che il risparmio cresce, costruire la componente obbligazionaria per raggiungere la vostra asset allocation target.
2) Devo estinguere il mutuo prima di investire?
Dipende dal tasso del mutuo e dalla vostra propensione al rischio. Se il tasso del mutuo è molto alto, conviene estinguere. Se il tasso è basso e avete un piano di risparmio costante e un fondo emergenza solido, potete investire una parte del risparmio parallelamente al pagamento del mutuo.
3) Quanto devo avere di fondo emergenza?
3–6 mesi di spese correnti. Se lavoro instabile o debiti elevati: punta sul lato alto (6 mesi o più).
4) È meglio comprare ETF azionari solo USA o globali?
Gli ETF USA (S&P500) hanno storicamente reso molto, ma sono meno diversificati geograficamente rispetto a un MSCI World o FTSE All-World, che io personalmente preferisco. Per la maggior parte degli investitori, un ETF globale è preferibile come base, eventualmente integrando con sovrappesi regionali se avete una view specifica.
5) Quanto spesso devo rivedere il mio portafoglio?
Controlli periodici sono utili: trimestrale per monitoraggio, ribilanciamento semestrale/annuale. Evitate modifiche continue basate su notizie giornaliere.
Esempi di asset allocation per profili diversi
Questi sono esempi indicativi, non consigli personalizzati. Adattate alle vostre esigenze e al vostro orizzonte.
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Conservativo (poco rischio, orizzonte breve): 20% azioni / 80% obbligazioni.
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Moderato (equilibrato, orizzonte medio-lungo): 40% azioni / 60% obbligazioni.
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Bilanciato (tolleranza media, orizzonte lungo): 60% azioni / 40% obbligazioni.
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Aggressivo (tolleranza alta, orizzonte molto lungo): 80–90% azioni / 10–20% obbligazioni.
Ricordate: un portafoglio più azionario offre potenziale di rendimento maggiore nel lungo termine ma comporta maggior volatilità.
La questione fiscale in Italia (poche note pratiche)
In Italia i redditi finanziari sono soggetti a imposte: ad oggi la tassazione standard sulle plusvalenze è al 26% per la maggior parte degli strumenti finanziari (con alcune eccezioni come i titoli di Stato italiani/europei che godono di un trattamento fiscale diverso). Anche i dividendi e gli interessi sono soggetti a ritenute/imposte. Quando investite considerate l’effetto fiscale sul rendimento netto e informatevi presso il vostro consulente fiscale. Alcuni prodotti come i PIR (Piani Individuali di Risparmio) e forme pensionistiche complementari hanno regimi fiscali agevolati ma bisogna valutare costi e vincoli.
Errori comuni da evitare
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Non partire per assenza di “somme grandi”: anche somme piccole investite regolarmente fanno la differenza.
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Investire senza fondo di emergenza: può costare molto vendere in perdita per avere liquidità.
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Seguire la moda del momento senza strategia (crypto, penny stock).
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Non diversificare: troppe posizioni concentrate su pochi titoli o settori.
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Pagare commissioni alte per fondi attivi con performance inferiori netta di costi.
Passo operativo: come costruire il vostro primo portafoglio in 8 passi
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Raccogliete i dati: stipendio, spese medie mensili, debiti, risparmi attuali.
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Costruite il budget in Excel e verificate il risparmio disponibile.
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Creare un fondo emergenza (3–6 mesi) in un conto separato.
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Definite obiettivi concreti e l’orizzonte temporale per ciascuno.
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Scegliete la vostra asset allocation in funzione di età, orizzonte e tolleranza al rischio.
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Scegliete ETF a basso costo per ottenere esposizione azionaria e obbligazionaria (al massimo 2–4 ETF per iniziare).
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Decidete la modalità d’investimento: lump sum, PAC o mix.
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Stabilite regole di ribilanciamento e controlli periodici (annuali/semestrali).
60/40: un esempio pratico e replicabile
Riprendiamo l’esempio pratico citato: avete 10.000 € e volete un portafoglio 60% azionario / 40% obbligazionario. Potete mettere:
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6.000 € in un ETF che replica un ampio indice azionario globale (MSCI World o FTSE All-World).
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4.000 € in un ETF obbligazionario diversificato (governativi euro a rating elevato, con scadenze miste).
Con una scelta del genere avrete: diversificazione geografica e settoriale sull’azionario e stabilità relativa sull’obbligazionario. Il portafoglio richiederà manutenzione minima: ribilanciamento periodico e monitoraggio delle esigenze personali. Ricordate che non è una raccomandazione di investimento personalizzata ma un esempio per comprendere la logica.
Quando cambiare l’asset allocation
La vostra asset allocation non è fissa per sempre. Dovrebbe evolvere con:
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Il cambiamento degli obiettivi (es. ora serve liquidità per acquisto casa fra 2 anni).
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Il mutamento dell’orizzonte temporale (avvicinamento alla pensione).
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Forti variazioni nella situazione personale (perdita del lavoro, nascita di figli, eventi straordinari).
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Cambiamenti nel profilo di rischio personale: se non riuscite a dormire la notte durante i drawdown, riducete la componente azionaria.
Riflessioni finali: investire è un viaggio, non una corsa
Applicare questi concetti richiede disciplina, tempo e pratica. Se vi impegnate a mettere ordine nelle finanze personali, costruire un fondo di emergenza, definire obiettivi chiari e adottare un’asset allocation coerente, avrete fatto già la maggior parte del lavoro. Gli strumenti (ETF, conti, broker) sono semplici: la vera difficoltà è psicologica e organizzativa.
Non cercate la formula magica o il portafoglio "migliore" per tutti: il portafoglio migliore è quello che risponde alle vostre esigenze, alla vostra età, alla vostra propensione al rischio e ai vostri obiettivi. Seguendo i passi pratici in questo articolo potete partire oggi stesso, anche con piccole somme, e costruire nel tempo un patrimonio solido e coerente con i vostri sogni.
Pianificare la propria vita finanziaria richiede onestà, organizzazione e una dose di disciplina. L’asset allocation è il cuore della strategia: decidere la percentuale tra azioni e obbligazioni in base all’orizzonte temporale e alla propensione al rischio vi mette nelle condizioni migliori per ottenere rendimenti adeguati senza perdere il sonno. Ricapitolando: misurate il vostro punto di partenza, create un fondo di emergenza, definite obiettivi e orizzonti, scegliete ETF low cost per la diversificazione, adottate una regola di ribilanciamento e restate coerenti. Se farete tutto questo, vi sarete messi nella posizione di vincere il tempo e l’interesse composto.
Se volete approfondire, nei prossimi articoli/episodi analizzeremo portafogli famosi (All Weather, portafoglio permanente, approccio growth/value), come selezionare i migliori ETF per ciascuna asset class e casi pratici di ribilanciamento e gestione fiscale. Restate sintonizzati e, soprattutto, iniziate a costruire il vostro futuro finanziario con metodo.
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