Versione Podcast: https://open.spotify.com/show/4NDgEgEUrDc0pnJh2pRLq9
Ho sempre seguito con interesse Starting Finance. È una realtà che stimo e ammiro per l’impatto culturale e per il lavoro fatto sulla divulgazione finanziaria. Non solo sono stati tra i primi, ma rientrano sicuramente tra i migliori nel trattare la divulgazione finanziaria come un vero e proprio media: video e contenuti di altissimo valore e impatto, presenza fissa sui Social e molto conosciuti, soprattutto tra gli Under 30.
Qualche giorno fa, quindi, ho ascoltato il podcast di Niccolò Sebastian Cino – Piccoli Mondi, in cui Edoardo Di Lella parlava dell'avventura di Starting Finance, che ha fondato e diretto come CEO fino a poco tempo fa. Da buon Consulente Finanziario ciò che mi ha colpito, oltre alla straordinaria avventura imprenditoriale e personale di Edoardo, sono stati i numeri: si è parlato di crescita x2 anno su anno, fatturati milionari e, soprattutto, di una valutazione tra i 25 e i 30 milioni.
Qui il link all'intervista: https://www.youtube.com/watch?v=9CmC-_Lsl4U&t=4091s
Dato che anch’io negli ultimi mesi sto lavorando a una startup da lanciare in Italia, che presumibilmente avrà bisogno di raccogliere capitali, capire come i player più grandi abbiano costruito imprese d’eccellenza e raccolto milioni è fondamentale anche per me, che TraDetector l’ho costruita da zero in bootstrap e la cui società madre, The Wealth Company International, chiuderà il 2025 con un fatturato di circa 1.2 milioni e utili per oltre mezzo milione.
Negli ultimi anni, infatti, la parola startup è diventata sinonimo di successo. Crescita esponenziale, round milionari, valutazioni elevate, podcast celebrativi e una presenza mediatica costante. Il messaggio implicito è sempre lo stesso: se una startup è ovunque e raccoglie capitali, allora funziona.
La realtà economica, però, è un’altra cosa. E l’unico strumento che permette di capirla davvero è il bilancio.
In questo articolo utilizzeremo quindi il caso specifico di Starting Finance SRL per chiarire alcuni punti e vedere come io utilizzo i numeri per capire la solidità di un'azienda. Lo farò non per polemica o creare contrapposizioni, ma come caso di studio didattico. L’obiettivo è spiegare come leggere correttamente un bilancio e perché, molto spesso, esiste uno scollamento profondo tra la narrazione pubblica di una startup e la sua reale sostenibilità economica. Tutti i dati citati provengono da documenti ufficiali depositati presso il Registro delle Imprese in relazione all'anno d'imposta 2024 (l'ultimo disponibile).
Narrazione e numeri: due piani diversi
Il primo concetto da chiarire è semplice, ma fondamentale: narrazione e bilancio non misurano la stessa cosa.
La narrazione serve a raccontare una visione, attrarre investitori, costruire un brand e motivare una community. Il bilancio, invece, serve a capire se un’azienda genera valore economico, se è in grado di sostenersi nel tempo e se il modello di business funziona davvero.
Il problema nasce quando questi due piani vengono sovrapposti o, peggio, quando la narrazione viene utilizzata come sostituto dell’analisi economica.
Il primo equivoco: fatturato e valore della produzione
Uno degli errori più comuni nella lettura dei bilanci riguarda la confusione tra ricavi e valore della produzione.
Nel bilancio 2024 di Starting Finance, i ricavi derivanti da vendite e prestazioni ammontano a circa 1,39 milioni di euro, in crescita rispetto agli 1,07 milioni del 2023. Si tratta di una crescita positiva, pari a circa il 29%, ma molto lontana da un raddoppio anno su anno, come descritto da Di Lella nel podcast.
Il valore della produzione, però, è quasi 2 milioni di euro. La differenza non nasce da una domanda di mercato più forte, bensì da una voce specifica: gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni, pari a circa 467 mila euro.
In termini semplici, significa che una parte rilevante dei costi sostenuti internamente per sviluppo e progetti viene capitalizzata e portata a bilancio come valore prodotto. È una pratica consentita dai principi contabili italiani e perfettamente legittima. Tuttavia, non rappresenta fatturato pagato dal mercato.
Questo passaggio è cruciale: il valore della produzione misura anche scelte contabili, mentre i ricavi misurano ciò che clienti e partner sono realmente disposti a pagare.
Il nodo centrale: la redditività
Quando si passa dal racconto alla sostanza, il primo dato che conta è sempre lo stesso: l’utile o la perdita.
Nel 2024 Starting Finance registra una perdita di circa 582 mila euro, più che raddoppiata rispetto ai 254 mila euro del 2023. Le perdite cumulate negli anni poi superano il milione di euro. Nell'episodio del podcast si fa riferimento a un X2 sul fatturato, ma nella realtà è la perdita che è raddoppiata, mentre il fatturato è salito di neanche un terzo.
Dopo sette anni di attività, questo dato non può più essere letto semplicemente come “fase di investimento iniziale”. Indica piuttosto che il modello economico, allo stato attuale, non ha ancora trovato un equilibrio operativo.
Attenzione, però: questo non significa che l’azienda “vada male” o che non abbia valore. Significa che, dal punto di vista economico, non è autosufficiente e per andare avanti sarà costretta a scegliere tra:
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Trovare sempre nuovi investitori per aumenti di capitale, che piano piano diluiranno le quote dei precedenti soci;
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Cambiare/migliorare il modello di business.
La struttura dei costi racconta più di mille pitch
Per capire perché la perdita persiste, basta osservare la struttura dei costi.
Nel 2024, i costi per servizi (collaboratori esterni, freelance, creator, consulenti, agenzie ecc...) superano i 920 mila euro, mentre quelli per il personale arrivano a circa 939 mila euro (23 dipendenti e 2 dirigenti). In totale, solo queste due voci assorbono quasi 1,9 milioni di euro annui. A fronte di ricavi reali pari a 1,39 milioni, il risultato è inevitabile: il core business non copre i costi ricorrenti. E dopo 7 anni di attività non è normale.
Questo è uno dei punti più importanti nella lettura di un bilancio. Non serve essere esperti di finanza aziendale per capirlo: se i costi strutturali superano stabilmente i ricavi, l’azienda brucia cassa.
Capitalizzazioni: legittime, ma da comprendere
La Nota Integrativa chiarisce che alcune spese, incluse quelle di pubblicità, vengono capitalizzate in quanto considerate a utilità pluriennale. Anche questa è una scelta contabile consentita e spesso utilizzata da startup e PMI innovative.
Tuttavia, capitalizzare costi significa rinviare il loro impatto sul conto economico. Senza queste capitalizzazioni, la perdita dell’esercizio sarebbe stata ancora più ampia.
È importante sottolinearlo: la contabilità non mente, ma va interpretata. Le capitalizzazioni non creano valore economico da sole, lo spostano nel tempo.
EBITDA e flussi di cassa: la cartina di tornasole
Se si depura il conto economico da capitalizzazioni, contributi e componenti non ricorrenti, emerge un quadro chiaro: l’EBITDA operativo è fortemente negativo.
In altre parole, l’attività caratteristica dell’azienda (quella per cui è nata, ripeto, 7 anni fa) non genera cassa. La cassa viene consumata, non prodotta. Questo dato è molto più rilevante di qualsiasi valutazione teorica o proiezione futura.
Perché l’azienda è comunque solida?
A questo punto sorge una domanda legittima: se l’azienda è in perdita, come fa a stare ancora in piedi?
La risposta sta nello stato patrimoniale. Starting Finance presenta un patrimonio netto solido e una disponibilità liquida prossima agli 800 mila euro. Questa solidità, però, non deriva dal cash flow operativo, bensì da un aumento di capitale da circa 1,5 milioni di euro sottoscritto nel 2024 da un investitore istituzionale, Vertis SGR.
È un elemento chiave da comprendere: non è il business a sostenere l’azienda, ma il capitale degli investitori. Anche questo non è un giudizio, è una constatazione.
Valutazioni elevate: legittime, ma basate su altro
Di Lella asserisce che SF ha una valutazione di 25/30 milioni di €uro, a seconda dei metodi di calcolo. Personalmente non ho capito come si sia arrivati a questo valore: non sono un esperto di valutazioni di StartUp, per cui ho cercato di informarmi, chiedendo anche a ChatGPT, ma non ho trovato una metodologia accademica a supporto di questi numeri. Ma sarò ben lieto di leggervi nei commenti qualora possiate aiutarmi.
Ad ogni modo, nel mondo startup, valutazioni così elevate possono essere giustificate da fattori diversi dai bilanci attuali: brand, community, posizionamento strategico, potenziale futuro, possibilità di exit.
Tuttavia, è fondamentale essere chiari su un punto: queste valutazioni non sono supportate dai numeri economici presenti, ma da aspettative future.
Questo è normale nel venture capital. Non lo è quando si comunica al pubblico generalista senza spiegare la differenza. E facendo educazione finanziaria, sarebbe utile spiegare anche come funzionano davvero le imprese.
Il vero problema non è una startup, ma il racconto collettivo
Il punto di questo articolo non è Starting Finance. È il modo in cui, in Italia, raccontiamo il successo imprenditoriale.
Troppo spesso si confonde la crescita mediatica con la crescita economica, la raccolta di capitali con la sostenibilità, il pitch con il bilancio. Il risultato è una narrazione distorta, che rischia di educare male chi si avvicina al mondo dell’impresa e degli investimenti.
Conclusione: imparare a guardare dove conta
I podcast ispirano, le storie motivano e le valutazioni fanno sognare. Ma i bilanci raccontano la realtà economica.
Se vogliamo fare vera educazione finanziaria, dobbiamo insegnare anche questo: la differenza tra una grande storia e un modello economico sostenibile.
Perché le storie finiscono. I bilanci, no.
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